“Degli incubi possiamo anche non avere paura: il guaio, a Terezìn, comincia solo quando apri gli occhi”
Pochi libri sono capaci di prendere per mano il lettore e di accompagnarlo attraverso un viaggio fantastico ed emozionante. Matteo Corradini riesce ad andare oltre, sbattendoci dentro la citta-fortezza di Terezìn, in Repubblica Ceca, attorno al 1943. Ci abbandona nel corpo di un giovane ebreo nel ghetto di questo campo di raccolta nazista e ci lascia in balia di un fiume di eventi impetuoso e desideroso di affogarci.
Insieme ai nostri giovani amici viviamo molte esperienze diverse e seguiamo la vita di “Vedem”, uno dei giornali clandestini nati dalla speranza dei ragazzi, fiore che sboccia dalla terra impregnata dal sangue delle vittime del Terzo Reich e cuore della vicenda.
Impersonarsi con il protagonista ed entrare nella sua pelle è reso facile dallo stile dell’autore, a partire dall’uso creativo della lingua, simile al flusso di coscienza di Joyciana memoria, e dalla completa anonimità del personaggio, scelta che non risulta mai esplicita e che non pesa in alcun modo sullo stile di scrittura che rimane costantemente scorrevole dall’inizio fino alla fine.
Il lettore percorre un lungo corridoio fatto di piccoli episodi quotidiani provando ogni volta emozioni diverse, dalla rabbia verso l’ennesima ingiustizia alla serenità di un’incontro al buio che protegge la redazione, fino alla catarsi finale.
Consigliato senza riserve a tutti gli amanti della Lettura con la “L” maiuscola e a chi vuole scoprire una storia di speranza originale e diversa dal solito.
Stefano Toscano
classe IV Esa
Liceo Linguistico Vasco Mondovì